PALMA DI MONTECHIARO – Il boss Pietro Ribisi muore in carcere. Figlio:”Non è suicidio”

È morto nella sua cella nel carcere di Carinola (Caserta) il killer mafioso Pietro Ribisi, 61 anni, capo cosca di Palma di Montechiaro, uno dei cosiddetti “fratelli terribili”.

Pietro era stato condannato all’ergastolo  per l’omicidio del giudice “buono” , Antonino Saetta assassinato col figlio Stefano, mentre erano in auto sulla statale Ag-Cl il 26 settembre ’88.

Le fonti investigative hanno subito parlato di suicidio per impiccagione che sarebbe avvenuto giovedì scorso. Il pm ha aperto un’inchiesta, sequestrando la cella e gli effetti personali di Ribisi, e ha fatto svolgere l’autopsia sul cadavere prima di riconsegnare la salma ai familiari. Ma non ci sta il figlio di Ribisi, Nicolò, che non ha grane giudiziarie, lavora a Milano, secondo cui non si “può ancora essere certi delle cause della morte”.

“Mio padre non aveva motivo di suicidarsi proprio ora che poteva sperare in qualche beneficio – dice Nicolò –  Anzi per me potrebbe essere stato ucciso.

“Mio padre – aggiunge – non stava bene. Non riusciva a dormire. L’ho visto martedì scorso. Avevamo chiesto di farlo trasferire in un penitenziario con annesso ospedale ma giovedì è morto. Dicono che si è impiccato. Ma ho visto il suo collo dopo che ci hanno consegnato la salma: ha un segno che va verso il basso non verso l’alto. E ha le dita della mano sinistra nere come se avesse tentato di impedire che lo strangolassero”.

Ribisi, venne arrestato nel febbraio ’82 dopo due anni e mezzo di latitanza: era ricercato per essersi sottratto agli obblighi del soggiorno obbligato.

La salma, dopo l’effettuazione dell’autopsia, è stata restituita ai familiari. Ma il Vescovo e il Questore hanno stoppato la celebrazione dei funerali in chiesa, solo una benedizione in un cimitero blindato.

 

 

Condividi
         
 
   

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *