Processo «Face off», in Appello 4 condanne e 2 assoluzioni

La VI Sezione penale della Corte di Appello di Palermo ha parzialmente riformato la sentenza emessa dal Tribunale di Sciacca nel processo antimafia denominato «Face off». Il processo è scaturito dalle determinanti dichiarazioni dell’imprenditore antiracket Ignazio Cutrò, oggi sotto scorta insieme alla sua famiglia.
Queste le condanne: Luigi Panepinto, 12 anni di reclusione (13 anni in primo grado); Maurizio Panepinto 13 anni e 6 mesi (14 anni e 6 mesi), Giovanni Favata 12 anni e 3 mesi (13 anni e 3 mesi), Domenico Parisi 14 anni e 9 mesi (15 anni e 9 mesi). Assolto Marcello Panepinto, condannato a 10 anni in primo grado. La Corte ha inoltre confermato l’assoluzione di Vincenzo Ferranti, che era ritenuto dagli inquirenti il capo della cosca mafiosa della bassa Quisquina.
Associazione mafiosa ed estorsione sono le accuse che venivano contestate agli imputati. Sono state confermate, in appello, le richieste delle parti civili, rappresentate dagli avvocati Katia La Barbera e Giuseppe Perconti.
«La sentenza – dichiara l’avvocato Katia La Barbera – dimostra la consistenza dell’impianto accusatorio. Siamo soddisfatti e attendiamo di leggere la motivazione».
«Attendiamo di leggere le motivazioni – dicono gli avvocati Bartolomeo Parrino e Ottaviano Pavone, difensori di Luigi Panepinto e Giovanni Favata -. La sentenza ha sostanzialmente confermato le condanne inflitte in primo grado, seppure abbia modificato la questione relativa alle armi».
Le investigazioni sono state condotte dai carabinieri e coordinate dai magistrati Salvatore Vella e Giuseppe Fici della Dda di Palermo. Proprio Vella è al centro di un acceso dibattito emerso in questi giorni dopo che il Comitato provinciale di sicurezza ha deciso di ridurre la scorta al magistrato.

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