SANITA’ – Maxi truffa a Cefalù

La Guardia di finanza ha eseguito un decreto di sequestro emesso dalla Procura della Repubblica di Palermo nei confronti della società “Laboratorio di Tecnologie oncologiche Hsr-Giglio” di Cefalù. Il provvedimento riguarda anche beni immobili e disponibilità bancarie del valore di oltre 12 milioni di euro.  

L’operazione, come precisano le Fiamme Gialle, risale a giorni fa ma è stata ufficializzata solo oggi. Tre le persone indagate, tra cui l’ex ministro Ferruccio Fazio, legale rappresentante del Laboratorio dal 2005 al 2008. Sono accusati di “avere illecitamente percepito, attraverso la società ‘Lato’, ingenti contributi pubblici”.

Le indagini delle Fiamme Gialle si sono concentrate su tre domande di finanziamento pubblico presentate, nell’ambito del Fondo Agevolazione Ricerca, dalla società di Cefalù e relative ad altrettanti progetti di ricerca per i quali il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca scientifica e tecnologica ha concesso contributi “pubblici” per oltre 36 milioni di euro (di cui 20 milioni già erogati) per la realizzazione di programmi di ricerca e di formazione da svolgersi presso lo stabilimento siciliano.

Il primo contributo ha ad oggetto la ricerca di nuove tecnologie diagnostiche per la cura dei tumori e la formazione di ricercatori e tecnici di laboratorio da qualificare nello studio di tali tecnologie. Il secondo, invece, riguarda lo studio e il trattamento dei tumori del seno mediante tecniche altamente innovative.

Si indaga anche su un terzo progetto – concesso dal Miur per lo sviluppo di capacità diagnostiche e terapeutiche attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie per il quale sono già stati erogati più di 7 milioni di euro. I reati contestati sono truffa aggravata ai danni dello Stato e dell’Unione europea e falso in atto pubblico.

La Procura della Repubblica di Palermo, sulla base delle risultanze delle indagini della Guardia di Finanza, ha sequestrato in via d’urgenza i beni e le disponibilità finanziarie degli indagati per un valore corrispondente ai finanziamenti indebitamente percepiti.

Inoltre, “al fine di impedire l’aggravamento del reato ed il protrarsi delle sue conseguenze”, sono stati sequestrati l’intero complesso aziendale e il capitale sociale, del valore di oltre 20 milioni di euro, che sono stati affidati ad un amministratore giudiziario.

È stata inoltre “bloccata” l’erogazione, da parte del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, delle quote residuali di contributi concessi alla società (pari a circa 9 milioni), scongiurando lo sperpero di ulteriori risorse pubbliche.

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