SANTA CROCE CAMERINA – Omicidio Loris, indagini sul telefonino segreto della madre. La sorella di Veronica: “E’ stata lei ma non ha agito da sola”

Claudio Maggioni, il Gip del Tribunale di Ragusa, sta interrogando nel carcere ‘Lanza’ di Catania, Veronica Panarello, per l’udienza di convalida del fermo per l’omicidio del figlio Loris. All’interrogatorio di garanzia assistono il procuratore di Ragusa Carmelo Petralia, il sostituto Marco Rota e il legale, l’avvocato Francesco Villardita.

Un complice, se ci fosse, potrebbe essere identificato da un telefonino segreto che Veronica ha detto di possedere e di tenere “ben nascosto”. È stata lei a rivelarlo alla sorella Antonella, la sera stessa in cui fu ritrovato il cadavere di Loris. Un telefonino dove, secondo le affermazioni della madre riportate nel decreto di fermo, ci sono foto e video di Loris. Resta da capire perché lo abbia nascosto con tanta cura. Cosa c’è in quelle immagini? Quel telefonino segreto, ammesso che davvero esista, non è stato ancora trovato. Polposte e Scientifica  stanno passando al setaccio in queste ore ogni strumento informatico di Veronica Panarello e di Orazio Fidone, il cacciatore che sabato 29 novembre ritrovò il cadavere del bambino in un canalone. Contemporaneamente vengono svolte dagli esperti della polizia di Stato ulteriori e approfondite analisi sulle auto in uso alla donna e a Fidone, come pure su diverso materiale che è stato oggetto di sequestro nei giorni scorsi. Fidone è tuttora indagato per l’omicidio.

Secondo quanto emerge dal prosieguo delle indagini, Loris non aveva le chiavi di casa. Per rientrare nell’abitazione della famiglia la mattina in cui fu ucciso, il bambino dovrebbe dunque aver ricevuto le chiavi dalla madre oppure dovrebbe avergli aperto qualcuno. “Continuo a essere convinta che sia stata mia sorella a uccidere Loris, ma non da sola, perchè una madre non può fare tutto quello che è stato fatto al bimbo da sola”. Lo ribadisce davanti ai cronisti Antonella Panarello, sorella di Veronica, in carcere per omicidio aggravato e occultamento di cadavere. Secondo la giovane, Veronica “conosceva benissimo la zona del Mulino perchè andava spesso lì a prendere l’acqua con mia madre e lì vicino ha tentato anche il suicidio”. Antonella Panarello ha riferito di un secondo telefonino della cui esistenza le ha parlato la sorella, che avrebbe spiegato di averlo nascosto “così bene che nessuno potrà trovarlo. E mi ha detto che nel cellulare sono registrate foto e video di Loris”. Il telefonino, che potrebbe contenere tracce di un presunto complice, viene attualmente cercato dagli investigatori che stanno già esaminando una serie di dispositivi informatici.

Intanto, sia il marito Davide Stival che la famiglia della Panarello stanno progressivamente prendendo le distanze da lei, di fronte le schiaccianti smentite alle sue versioni giunte nei giorni scorsi dagli impianti di videosorveglianza di Santa Croce Camerina.

Il difensore di Veronica, l’avvocato Francesco Villardita, ha anticipato che chiederà una perizia psichiatrica sulla sua assistita. Nel caso fosse accertata la responsabilità della madre, potrebbe averlo fatto in un momento di pazzia. E quindi potrebbe prefigurarsi una seminfermità mentale o, come è accaduto per Annamaria Franzoni del caso Cogne, l’ipotesi che la madre possa avere ucciso e puoi rimosso dalla sua testa il delitto. Circostanza che ha evitato alla Franzoni l’ergastolo.

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