AGRIGENTO – Caso malaria e morte Loredana Guida, l’ospedale:”Non c’è alcun rischio contagio”

“La paziente è arrivata, una prima volta al pronto soccorso, il 15 gennaio, alle ore 11,40 circa. Dopo circa 4 ore è stata visitata e presa in carico con un codice ‘verde’. Aveva febbre alta, sono stati eseguiti degli esami di routine. Però poi la paziente ha firmato le proprie dimissioni ed è andata via. E’ ritornata dopo 5 giorni, giorno 20, ma era già in coma, in condizioni critiche ed è stata quasi subito ricoverata in Rianimazione. Ci siamo confrontati anche con centri specialistici a Palermo soprattutto e a Roma per seguire i protocolli terapeutici previsti in questi casi. Abbiamo fatto il possibile”. Lo ha detto, ad AgrigentoNotizie, ricostruendo quanto accaduto, il direttore sanitario dell’ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento: Antonello Seminerio. Non c’è ancora nessuna inchiesta interna, ma appare scontato che venga avviata. “Ci riserviamo tutte le azioni opportune – ha spiegato Seminerio – in base a quello che emergerà dalla documentazione”. 

Per circa nove ore, in pronto soccorso al “San Giovanni di Dio” di Agrigento, Loredana Guida ha atteso di capire – attraverso degli esami diagnostici – cosa avesse. Perché quella febbre alta continuava a tenerla “prigioniera”. Aveva riferito, e non lo aveva fatto a caso, d’essere stata in Africa. 

Sul perché Loredana Guida sia andata via dal pronto soccorso, il direttore sanitario Antonello Seminerio non ha una risposta: “Non sono in grado di dirlo, non sappiamo il motivo”. Su cosa sia emerso dalle analisi del sangue effettuate, taglia corto: “E’ un aspetto riservato”.

Nell’ultimo ventennio, ad Agrigento, almeno all’ospedale di contrada Consolida, non si sono registrati casi di malaria. 

Sull’interrogativo che, in queste ore, molti agrigentini si stanno ponendo – quello di un rischio contagio – il direttore sanitario del “San Giovanni di Dio” è stato chiaro: “Non c’è alcun rischio contagio. Essendo un parassita che ha bisogno di un vettore per completare il suo ciclo è necessaria la presenza della zanzara Anofele che, nelle nostre zone, è stata assolutamente debellata da forse cinquant’anni o anche più”. 

FONTE: AGRIGENTONOTIZIE.IT – CONCETTA RIZZO

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