CASTELVETRANO – Appalti del Comune alle imprese amiche di Messina Denaro [VIDEO]

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Credevano di poterla fare franca nella super controllata Castelvetrano. Di aggiudicarsi gli appalti pubblici e finanziare la latitanza di Matteo Messina Denaro. Un imprenditore è finito in manette assieme al suo faccendiere, altri quattro sono stati allontanati con una misura cautelare dalle proprie imprese, e due funzionari comunali raggiunti da un avviso di garanzia.  

Castelvetrano è scossa da un’inchiesta giudiziaria coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo e condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Trapani e del Ros. Alcuni appalti pubblici banditi dal Comune sarebbero stati pilotati in favore dell’imprenditore Rosario Firenze, finito in carcere.  I domiciliari sono stati concessi al suo braccio destro, il geometra Salvatore Sciacca. Una parte dei soldi sarebbero nelle tasche dei familiari dell’imprendibile latitante. I reati contestati a vario titolo nell’inchiesta sono associazione mafiosa, fittizia intestazione di beni, turbativa d’asta e trasferimento fraudolento di beni.  

Firenze era stato interdetto tre anni fa dalla Prefettura, ma attraverso una rete di prestanome e due fratelli avrebbe continuato a gestire le aziende con cui si è aggiudicato commesse milionarie: dall’appalto per la fognatura ai lavori all’interno dell’ex autoparco comunale.

Il divieto ad esercitare attività imprenditoriale è stato emesso nei riguardi dei presunti prestanome di Firenze, Giacomo Calcara, 38 anni, Benedetto Cusumano, 68 anni, Fedele D’Alberti 41 anni e Filippo Tolomeo, 38 anni.

C’è stata anche la notifica dell’avviso di garanzia nei confronti di altri 4 indagati, tra cui due funzionari del Comune di Castelvetrano e due fratelli di FIRENZE

L’ordinanza, firmata dal giudice per le indagini preliminari Nicola Aiello, traccia la mappa degli affari su cui sono ancora al lavoro i carabinieri del Comando provinciale di Trapani, guidati dal colonnello Stefano Russo.

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