CATTOLICA ERACLEA – No del Consiglio alle trivelle

“No alle trivelle a ridosso della foce del Platani”. Il consiglio comunale di Cattolica Eraclea ha approvato all’unanimità le osservazioni del sindaco Santino Borsellino per dire no, in sede di valutazione d’impatto ambientale, al permesso di ricerca per sali potassici e alcalini “Eraclea” presentato dalla General Mining Research Italy srl. Il consiglio comunale, presieduto da Giusy Alagna, ha preso atto delle osservazioni facendole proprie e, di conseguenza, ha dichiarato “l’incompatibilità del progetto denominato Eraclea con i caratteri urbanistici, paesaggistici, ambientali e di uso del suolo con considerevole danno economico al comune di Cattolica Eraclea”. Dello stesso tenore la relazione dell’opposizione integrata alle osservazioni del sindaco. Il testo è stato approvato all’unanimità dei presenti, 8 su 12 consiglieri. Non hanno partecipato alla seduta straordinaria i consiglieri Alessandro Miliziano, Giuseppe Messina, Lina Francaviglia e Angela Spezio. Il documento sarà inviato all’assessorato regionale Territorio e Ambiente e al ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Per il “no alle trivelle” si è espresso martedì scorso anche il consiglio comunale di Ribera presieduto da Giuseppe Tortorici. “Medesimo appello – ha dichiarato Giuseppe Mazzotta, presidente del Wwf Sicilia Area Mediterranea  – sarà fatto all’amministrazione e al consiglio comunale di Montallegro, interessato per l’aderenza del progetto al laghetto Gorgo e a suoi più preziosi territori. Le motivazioni di contrarietà toccano vari aspetti, quali ad esempio la zona turistica appena individuata dal Prg di Cattolica Eraclea appena adottato, e poi zone archeologica, paesaggistiche, di fragilità idrogeologica e un’infinità di altri motivi che preoccupano le comunità locali non soltanto in termini ambientali, ma soprattutto agricoli ed economici”.

Nelle osservazioni proposte il sindaco di Cattolica Eraclea, riportando la relazione del dirigente dell’ufficio tecnico Francesco Campisi, sottolinea, tra l’altro, che “non è stato possibile valutare l’effettivo impatto ambientale del progetto di ricerca sul territorio in quanto gli elaborati, ma soprattutto lo studio preliminare ambientale, non sono stati pubblicati perché coperti da segreti tecnici o commerciali. Non si comprende quali segreti possano essere violati su un programma di ricerca che può avere anche un valore scientifico. Nel programma delle indagini – si legge inoltre nel documento  – è prevista la realizzazione di 1 o 2 perforazioni di ricerca le quali rappresentano una metodologia d’indagini del sottosuolo alquanto invasiva ed in contrasto con quanto affermato successivamente nella stessa pagina, che qui si riporta letteralmente: ‘il programma non prevede indagini invasive’”. Si ricorda nel documento che “il territorio di Cattolica Eraclea è stato già interessato da attività mineraria, localizzate in contrada Salina, chiuse agli inizi degli anni ’70, e sono sotto gli occhi di tutti i danni di tipo ambientale, naturalistico e paesaggistico cagionati da queste attività estrattive del territorio producendo ingenti danni in superficie”.  “L’attività che si vuole intraprendere – viene evidenziato nelle conclusioni – non solo è incompatibile con i caratteri ambientali, paesaggistici e naturalistici del territorio, ma è anche incompatibile con la vocazione turistica viste le numerose emergenze ambientali presenti, come la riserva della foce del Platani, la zona archeologica di Eraclea Minoa, l’oasi naturalistica del laghetto Gorgo, per citarne alcune, poste in adiacenza dell’area individuata nel progetto. Si ritiene che i benefici derivanti per la collettività sarebbero di gran lunga inferiori al danno arrecato all’intero territorio”.

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