LICATA – La madre riconosce una scarpa: forse il cadavere trovato è di Angelo Truisi

Cercavano un po’ di intimità, come fanno tante altre coppie di fidanzati licatesi, all’interno di quella villetta a strapiombo sul mare, abbandonata e mai abitata dalla proprietà, un professionista di Ravanusa, estraneo alla vicenda, ma ai loro occhi è sembrato di essere in un set di cinema dell’orrore. C’era sangue dappertutto, anche se molte tracce cancellate dalla pioggia delle scorse settimane. Alla coppietta, due giovani fidanzati di Licata, è bastato scorgere l’area che porta all’ingresso dell’abitazione per capire che a terra c’era un cadavere in evidente stato di decomposizione e orrendamente dilaniato, probabilmente dai morsi di cani randagi. Poi l’allarme e l’arrivo sul posto dei carabinieri, che hanno isolato la zona perimetrale della costruzione.

Ad indagare i poliziotti del Commissariato di Licata, agli ordini del dirigente Angelo Cavaleri e gli agenti della Squadra Mobile di Agrigento, diretti dal dirigente Giovanni Minardi, con il coordinamento del sostituto procuratore Salvatore Vella, giunto sul posto insieme al nuovo sostituto procuratore Simona Faga.

Il corpo sarebbe di Angelo Truisi, un ventiquattrenne fabbro di Licata, scomparso la sera del primo dell’anno. Il riconoscimento, anche se manca ancora la prova scientifica, sarebbe stato possibile grazie a una scarpa ed alcuni brandelli degli indumenti che il ragazzo indossava il giorno della scomparsa.  La madre riconosce una scarpa ed un mazzo di chiavi trovati vicino al cadavere . Entrambi gli oggetti appartenevano al figlio. Per avere la certezza assoluta però bisognerà aspettare l’esame del Dna.

Secondo la prima sommaria ispezione cadaverica, il corpo presentava delle ferite, e sarebbero stati individuati quattro fori all’altezza dell’addome, che potrebbero essere riconducibili a colpi d’arma da fuoco, ma anche allo stato di decomposizione.

La salma è stata ricomposta dai vigili del fuoco, dopo i rilievi della Polizia Scientifica, e trasportata all’obitorio dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, dove sarà eseguita l’autopsia. Solo dopo l’esame autoptico si avranno le prime certezze.

Ad eseguirlo sarà il professor. Cataldo Raffino dell’Università di Catania. Ieri sera e per tutta la notte negli uffici del Commissariato, a Licata, di via Campobello, sono state ascoltate diverse persone, e anche i genitori del ragazzo scomparso. Truisi, incensurato, non aveva mai avuto problemi con la giustizia.

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