Muore dopo dieci ore in ospedale “I medici lo visitavano e ridevano”

Nove persone, tra medici e infermieri dell’ospedale Paolo Borsellino di Marsala (Trapani), sono indagate per omicidio colposo dalla Procura, in seguito della morte di un uomo, Nicolò Giacalone, 65 anni, trasportato in ambulanza lunedì mattina al pronto soccorso per una forte febbre, e con pressione molto bassa, deceduto dopo circa dieci ore, tra attesa e accertamenti diagnostici.

A sporgere denuncia contro ignoti è stata la figlia della vittima, Sabrina Giacalone, 26 anni. Mentre il padre veniva sottoposto a una Tac e le sue condizioni peggioravano, secondo il racconto della ragazza i medici e gli infermieri ridevano e scherzavano.

La donna ha raccontato che il padre, cui era stato assegnato il codice verde, ha atteso due ore prima di essere visitato in ospedale. E riferisce di essere entrata nella sala dove i medici stavano effettuando la Tac: “Lo spettacolo – scrive nella querela – era a dir poco disgustoso: infatti si notava che tutti ridevano allegramente mentre un uomo seduto su una sedia, non si sa se medico o infermiere, teneva in grembo una sua collega mentre era seduto su una sedia e la abbracciava e toccava affettuosamente dicendo che tra colleghi ciò è normale. Gli altri ridevano fragorosamente”.

A questo punto, la figlia del paziente si sarebbe messa a urlare, telefonando alla polizia e intimando ai sanitari di tirare il padre fuori dall’apparecchiatura Tac “visto che l’esame era finito da tempo e che le sue condizioni peggioravano visibilmente”. Riportato al pronto soccorso, Nicolò Giacalone, nonostante i tentativi di rianimazione è morto poco dopo le 19. L’indagine della Procura è coordinata dal pm Giulia Mucaria.

“Il paziente è stato trattato da tutto il personale sanitario e parasanitario in maniera professionale sino al decesso”, replica l’Asp di Trapani. “Erano di turno 4 medici, il paziente era affetto da febbre e per questo era da circa tre giorni in terapia con antibiotici prescritta dal medico di famiglia, senza risultato. Il paziente era un iperteso diabetico ed era stato affetto da ictus, uno avuto 20 anni prima e uno nel dicembre 2014 che lo aveva costretto a letto, oltre che da una vasculopatia diabetica che aveva portato nel maggio 2015 all’amputazione dell’arto inferiore destro”.

“La Tac effettuata intorno alle 13.30 – prosegue l’Asp – riscontrava una grave patologia bronchiolitica diffusa a tutto il polmone e una polmonite basale dx e quindi il paziente veniva avviato al ricovero in pneumologia, stazionando in pronto soccorso sino alle 17 (dato che il posto si liberava solo a quell’ora), con la terapia antipiretica, i fluidi, la terapia prescritta dallo pneumologo. Verso le 17.30, liberato il posto letto, il paziente veniva accolto in pneumatologia. Intorno alle 19 entrava in shock; veniva chiamato l’ anestesista e veniva intubato, ma decedeva intorno alle 19.30”.  

L’Asp conclude spiegando che “la figlia del paziente aveva aggredito prima verbalmente e con ingiurie diversi sanitari, e fisicamente l’anestesista, che ha presentato denuncia per aggressione e maltrattamenti oltre che per diffamazione”. Si attende, adesso, l’esito dell’autopsia disposta dalla Procura di Marsala.

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