Operazioni “Opuntia” e “Vultur”: nuovi particolari [Vd Tg]

Sono state pedinate, intercettate e filmate per due anni le otto persone sottoposte ieri a fermo dai Carabinieri della Compagnia di Sciacca e indagate per associazione a delinquere di stampo mafioso. I militari, guidati dal capitano Salvatore Marchese, ieri all’alba a Sciacca e Menfi hanno dato esecuzione al decreto di fermo di indiziato di delitto disposto dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Palermo. Gli investigatori li accusano di avere cercato di ricostruire la famiglia mafiosa di Menfi e Sciacca attraverso contatti con il sambucese Leo Sutera e il margheritese Pietro Campo, esponenti di primo piano della mafia belicina. Il provvedimento di fermo, al termine dell’udienza di convalida che verrà effettuata nelle prossime ore dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sciacca, dovrà determinare l’eventuale emissione dell’ordinanza di custodia cautelare. Le persone indiziate  da ieri sono rinchiuse nel carcere Pagliarelli di Palermo.  “Le indagini non si sono concluse con i fermi di ieri, proseguiranno per ulteriori sviluppi”. Lo hanno detto, nel corso della conferenza stampa, il comandante provinciale dei Carabinieri, Mario Mettifogo, e il comandante della Compagnia di Sciacca, Capitano Salvatore Marchese. L’operazione antimafia denominata “Opuntia”, nome scientifico del fico d’india, pianta tipica del Belice, potrebbe dunque avere un seguito. Oltre agli arrestati ci sono infatti altre persone indagate, sia a Menfi che a Sciacca, e tra esse anche due donne. L’indagine, coinvolgerebbe , complessivamente, una ventina di persone. Non risulterebbero dagli atti scaturiti dalle indagini, collegamenti con l’organizzazione mafiosa del trapanese. Inoltre, i soggetti indagati, precisano gli inquirenti, operavano per tentare di condizionare l’economia. In particolare, dalle intercettazioni emergono dialoghi riguardanti i lavori per il completamento della pista ciclabile di Menfi. Il tutto, con la creazione di attività economiche di copertura come sale videopoker e slot machine.

Nell’operazione “Vultur” è stato inferto un colpo grosso dalla Polizia allo zoccolo duro della mafia tra Canicattì e Camastra. In cinque sono finiti in manette tra cui due “big” come Calogero Di Caro di Canicattì e Rosario Meli, detto “u puparu” di Camastra. Altre sette persone risultano indagate tra cui altri due figli di Rosario Meli, Giuseppe e Rita, rispettivamente di 44 e 49 anni; e poi ancora Biagio Di Caro, di 58 anni di Camastra , Giuseppe Brunco, di 34 anni di Camastra, Angelo Prato, di 38 anni di Canicattì, Saverio Piraino, di 49 anni di Canicattì, Michele Giordano, di 39 anni di Caltanissetta e Giuseppe Sorintano di 23 anni di Camastra. Ci sarebbero anche gli uomini e i voti del clan mafioso dei Meli, dietro alle elezioni amministrative del 2013 del Comune di Camastra, A svelarlo è l’ordinanza cautelare. Sarebbe stato Giusepep Meli, coadiuvato dal padre Rosario, ad esercitare un potere di condizionamento.

Condividi
         
 
   

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *