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Una sequenza ravvicinata di aggressioni e violenze sta avvelenando la campagna elettorale. Da Palermo a Perugia tutti cercano, con letture e toni diversi, di frenare questa esclation di violenza politica. Viminale e 007 non nascondono preoccupazione e riserveranno massima attenzione alle manifestazioni dei prossimi giorni.
La scintilla è partita da Palermo con l’aggressione al dirigente provinciale di Forza Nuova, Massimo Ursino, bloccato, legato, malmenato davanti a decine di persone all’uscita da un supermarket. Qualche ora dopo un gruppo di Forza Nuova ha fatto un blitz negli studi televisivi di La7 durante la trasmissione “Di Martedì» condotta da Giovanni Floris. E, a seguire, altri segnali allarmanti del tentativo di inquinare il confronto elettorale: l’accoltellamento di un militante di «Potere al popolo» a Perugia; le svastiche con una scritta offensiva (“A morte le guardie”) sulla lapide che ricorda gli uomini di scorta di Aldo Moro; altre svastiche sulla lapide di una vittima dei nazisti a Castelfiorentino.
Ce n’è abbastanza per alimentare le preoccupazioni di chi teme che la spirale venga alimentata da furori pericolosi. Anche prché prima se le promettevano, scontrandosi sui social. Ore se le danno. Dopo l’aggressione di Massimo Ursino, l’aria si fa pesante, avvelenando l’ultimo scorcio di una campagna elettorale sonnecchiante in occasione delle imminenti Politiche del prossimo 4 marzo.
La Palermo che attende il comizio di Roberto Fiore, candidato premier di Forza Nuova nella lista “Italia agli Italiani”, in programma sabato prossimo nel capoluogo siciliano, è una città che ha paura di farsi male con due mondi contrapposti che non vogliono arretrare né fare passi indietro.
Dopo i fatti di martedì sera qualcosa è cambiato. Rischia di esserci un prima e un dopo. Uno spartiacque pericoloso tra le ronde degli ultimi mesi e gli appostamenti sotto casa riservati agli estremisti di destra e ricambiati agli avversari di estrema sinistra e il passaggio dalle parole ai fatti.