TRAPANI – Trovati due cadaveri

Due cadaveri in avanzato stato di decomposizione sono stati trovati stamattina in un appartamento del centro storico di Trapani. I carabinieri non escludono che i due possano essere stati uccisi. Secondo i primi rilievi compiuti dai vigili del fuoco si tratta di Michele Cernigliaro, pregiudicato, e Giovanni Renda.

I corpi sono stati riversi a terra nel soggiorno-cucina di una casa di corso Vittorio. Attorno c’era molto sangue ma i cadaveri, da una prima ispezione medico legale, non presenterebbero ferite, né da arma da taglio, né arma da fuoco. La porta d’ingresso era chiusa dall’interno e non sono stati riscontrati segni di effrazione.

“La pista del decesso per un’overdose, al momento, è quella privilegiata – dice il procuratore capo di Trapani, Marcello Viola -; tuttavia, abbiamo bisogno degli esami autoptici e tossicologici per poter essere certi. Se così fosse, ad ucciderli sarebbe stata una partita di droga letale, perchè sarebbero morti contemporaneamente senza avere il tempo di chiedere aiuto”.

All’interno dell’abitazione, un piccolo appartamento al secondo piano di corso Vittorio, sono stati trovati un cucchiaio e due siringhe ma, per due soggetti che orbitano nel mondo dello spaccio di stupefacenti, gli oggetti non necessariamente sono legati al loro decesso. La morte di entrambi risalirebbe almeno a mercoledì scorso. Giovanni Renda, una delle due vittime (che ha precedenti per spaccio, rapina e lesioni) è stato visto l’ultima volta martedì pomeriggio.

A dare l’allarme ai carabinieri sono stati gli inquilini del primo piano della palazzina, che hanno notato, stamani, una estesa macchia rossastra sul soffitto di casa: sangue e liquidi biologici fuorusciti dai due corpi in putrefazione, che si sono infiltrati dal pavimento del piano superiore fino a penetrare il tetto. “Anche la posizione dei cadaveri – ha detto il procuratore Viola – sarebbe compatibile con una morte non violenta; ma è presto per poter escludere altre cause. Le indagini, pertanto, proseguono non tralasciando nulla”.

Cernigliaro nel 2000 era stato condannato a otto anni di carcere per un duplice tentativo di omicidio. Nel novembre ’98 aveva fatto irruzione nell’appartamento di Angelo e Ciro Clavo, rispettivamente zio e nipote, due pregiudicati napoletani residenti a Trapani dove avevano aperto un negozio di abigliamento nella zona del centro storico.

Nell’agguato i due partenopei, imparentati con camorristi campani, furono ridotti in fin di vita dal killer che sparò diversi colpi di pistola. Secondo gli investigatori l’episodio era da da collegare a un regolamento di conti nell’ambiente del traffico degli stupefacenti. Per l’accusa Cernigliaro avrebbe spacciato cocaina a studenti, alcuni dei quali lo avrebbero aiutato dopo l’agguato a fuggire dalla Sicilia rifugiandosi in un pensionato universitario di Firenze, dove fu arrestato nel febbraio del 2000.

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