Il boss Matteo Messina Denaro sì è aggravato

Si sono aggravate le condizioni di salute del boss Matteo Messina Denaro, detenuto al 41 bis nel supercarcere de l’Aquila.

L’ex latitante, affetto da un tumore, è dal giorno dell’arresto in cura all’interno del penitenziario dove è stata allestita per lui una stanza per la chemioterapia. Nelle scorse settimane il capomafia aveva subito un piccolo intervento per problemi urologici ed era però rientrato nell’istituto di pena in giornata. 

«Io non mi farò mai pentito»: lo dice senza esitazioni il boss Matteo Messina Denaro interrogato dopo l’arresto dal procuratore di Palermo Maurizio De Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido.
L’interrogatorio in cui il boss nega di aver commesso stragi e omicidi e di aver trafficato in droga, ma ammette di aver avuto una corrispondenza con il capomafia Bernardo Provenzano, è stato depositato oggi.

Il boss stragista – catturato a Palermo il 16 gennaio- per la prima volta risponde alle accuse di aver custodito una pistola nella casa dove ha trascorso l’ultima parte della sua latitanza e di aver usato la falsa identità di Andrea Bonafede il geometra di Campobello di Mazara.Poi rende dichiarazioni spontanee finite nelle inchieste della Direzione Distrettuale antimafia sui suoi fiancheggiatori. Un’indagine riguarda il medico Alfonso Tumbarello, che Messina Denaro dice essere all’oscuro del fatto che le cure che prescriveva a Bonafede in realtà servivano a lui.

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