MAFIA – Presi 11 fedelissimi di Messina Denaro. In 2 masserie lo smistamento dei pizzini [Vd1][FOTO]

Passano gli anni ma i boss di Cosa nostra continuano a comunicare attraverso i ‘pizzini’, metodo antico, prediletto da Bernardo Provenzano e scelto anche dall’ultimo dei grandi latitanti di Cosa nostra, Matteo Messina Denaro. 

È uno dei particolari dell’indagine della polizia che oggi ha portato all’arresto di 11 favoreggiatori del padrino di Castelvetrano. Perquisizioni nelle province di Palermo e Trapani nei confronti di capi delle famiglie di Cosa nostra trapanese e di presunti favoreggiatori del padrino latitante. Le misure cautelari sono state notificate ai capi del ‘mandamento’ mafioso di Mazara del Vallo e dei clan di Salemi, Santa Ninfa e Partanna.

Lo smistamento dei bigliettini avveniva in due masserie nelle campagne di Mazara del Vallo e Campobello di Mazara, di proprietà di due allevatori, oggi arrestati, Vito Gondola e Michele Terranova. Gli inquirenti, che tenevano sotto controllo la zona, hanno accertato che i bigliettini, che erano smistati durante i summit, venivano nascosti sotto terra.

Solo al termine delle riunioni i “collettori” li andavano a prendere e li davano ai destinatari. I pizzini erano ripiegati e chiusi con dello scotch. Rigide le regole imposte sulla comunicazione: i messaggi dovevano essere letti e distrutti e le risposte dovevano giungere entro termini prefissati, al massimo 15 giorni.

L’indagine, coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Teresa Principato e dai pm Paolo Guido e Carlo Mazzella, è cominciata nel 2011, quando dopo un’operazione di polizia che ha disarticolato la rete dei favoreggiatori, gli uomini d’onore sono stati costretti a riorganizzare la comunicazione.

Per convocare i summit gli arrestati, molti dei quali allevatori, utilizzavano termini come ‘concime’ e ‘favino’, cereali dati in genere ai maiali. Gli scambi dei bigliettini a un certo punto hanno subito un arresto, che gli inquirenti ricollegano a un temporaneo possibile allontanamento di Messina Denaro – il cui nome è presente in alcune conversazioni intercettate – dalla Sicilia. I mafiosi non si riunivano mai all’interno delle masserie ma solo nelle campagne, cosa che ha reso più complicato intercettare le loro conversazioni.

I NOMI DEGLI ARRESTATI:

. GONDOLA Vito, nato a Mazara del Vallo (TP) il 16/04/1938 allevatore pluripregiudicato, reggente del mandamento mafioso di Mazara del Vallo
2. GUCCIARDI Michele, nato a Salemi (TP) il 11/10/1953 , imprenditore agricolo pregiudicato, reggente della Famiglia mafiosa di Salemi.
3. SCIMONELLI Giovanni Domenico, nato a Locarno (Svizzera) il 08/08/1967, imprenditore pregiudicato, uomo d’onore della famiglia mafiosa di Partanna.
4. GIAMBALVO Pietro, nato ad Ustica (PA) il 28/07/1938 allevatore pregiudicato, uomo d’onore della famiglia mafiosa di Santa Ninfa (TP)
5. GIAMBALVO Vincenzo, nato a Mazara Del Vallo (TP) il 01/05/1977 allevatore pregiudicato, uomo d’onore della famiglia mafiosa di Santa Ninfa (TP)
6. GIGLIO Sergio, nato a Salemi (TP) il 07/08/1969 allevatore pregiudicato
7. DI LEONARDO Ugo, nato a Santa Ninfa (TP) il 27/04/1942 geometra in pensione, incensurato.
8. TERRANOVA Michele, nato a Salemi (TP) il 23/09/1969 ed ivi residente, allevatore incensurato.
9. MATTARELLA Giovanni, nato a Mazara del Vallo (TP) il 10/03/1966 commerciante pregiudicato, uomo d’onore della Famiglia mafiosa di Mazara del Vallo
10. AGUECI Leonardo nato a Salemi (TP) il 11/11/1987 ragioniere incensurato di Gibellina (TP)
11. LORETTA Giovanni, nato a Mazara del Vallo (TP) il 31/10/1972 autotrasportatore


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