Omicidio a Biancavilla, svolta nella notte. La moglie confessa: ‘Ho ucciso mio marito’

LE INCONGRUENZE. Già ieri si parlava di gialli a cui dare delle risposte per arrivare alla soluzione del caso. La coppia, per esempio, aveva la passione per i cani, anche quelli randagi, che accudiva nella loro villa. Eppure la notte della tragedia nessuno nella zona li ha sentiti abbaiare. “Strano – ha commentato un vicino – si fanno sentire spesso e anche da lontano”. 

Un altro dubbio che avevano gli investigatori era la scelta dell’obiettivo da parte dei rapinatori: una villetta di lavoratori, ma non di persone ricche. In una zona, hanno raccontato i vicini, che “è stata sempre tranquilla”. E infine anche il bottino: poche centinaia di euro e, soprattutto due anelli dell’uomo, compresa la fede nuziale della vittima, e non quella della moglie. Un particolare quest’ultimo che oggi ha un’altra chiave di lettura: non una rapina, ma una separazione violenta con omicidio.

LA SCENA DEL CRIMINE. Sul luogo dell’omicidio, poi, non c’erano tracce di sangue. “La scena del crimine parla e se la ricostruzione non coincide con quello che dicono i testimoni, vuol dire che c’è qualcosa che non va – spiega il comandante provinciale dei Carabinieri di Catania, colonnello Alessandro Casarsa – Se tu dici che tuo marito sanguinava e noi non troviamo tracce ematiche, c’è qualcosa che non va”.

Tra gli indizi che non hanno convinto i militari dell’Arma, anche il disordine apparente: la casa era quasi in ordine e nulla era buttato per terra con i cassetti appena socchiusi. Altro particolare che non combaciava la dichiarazione che in casa non ci fossero soldi o armi, che sono stati invece trovati. La donna aveva affermato che il marito aveva fatto dei prelievi nel pomeriggio, ma un rapido controllo l’ha smentita. Tutto questo, ha spiegato il colonnello Casarsa è stato possibile grazie all’ impiego di personale altamente specializzato come l’arrivo a Catania di militari della sezione crimini violenti del Ros, che ha reso più veloci tutti gli accertamenti.

LE ARMI. Durante una perquisizione, infatti, i carabinieri hanno scoperto che nella villa c’erano circa venti piante di marijuana e un locale, nella mansarda, allestito per essiccare e conservare la droga. Sono state recuperati anche un fucile calibro 12 e una pistola automatica calibro 9.

FINALMENTE LIBERA. Vincenzina Ingrassia è stata accompagnata presso il carcere di Piazza Lanza in attesa dell’udienza di convalida  che si terrà nei prossimi giorni. Ma come conferma il colonnello Casarsa sembra che per la donna sia arrivata la liberazione tanto attesa. “La donna ha provato più vergogna per anni di soprusi che rimorso per il gesto estremo – ha concluso il comandante dei carabinieri – Si è liberata di un fardello fatto di anni di violenza di ogni genere. Ha detto che lui la massacrava da anni ma ci ha anche chiesto ma questo si saprà in Paese?”.

Twitter: @LucaCiliberti   – La Sicilia

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