Orologi di lusso e auto con soldi Ue: pentiti svelano il sistema Giacchetto

Fatture gonfiate e operazioni immobiliari permettevano a Faustino Giacchetto, arrestato oggi assieme ad altre sedici persone, di avere a disposizione milioni di euro, finanziati all’ente di formazioni Ciapi, con i quali acquistava orologi di lusso, auto e perfino lavatrici. Con quei soldi poteva inoltre avere abbonamenti gratis allo stadio e stampare volantini per le campagne elettorali di alcuni parlamentari regionali che voleva ingraziarsi.

A raccontare ai pm il “sistema Giacchetto” sono state due “gole profonde”: Angelo Vitale, legale rappresentante della Sicily comunication, e Sergio Colli, titolare della Media Consulting, due società in realtà riconducibili a Giacchetto che, attraverso operazioni finanziarie complesse, faceva confluire lì i soldi del Ciapi.

“Sono in imbarazzo nel rendere queste dichiarazioni – ha detto ai pm Vitale – ma, in pratica, col tempo sono diventato un factotum di Giacchetto che, a fronte di uno stipendio mensile di circa tremila euro, mi dava indicazioni sul come gestire la società. Col passare degli anni la mia soggezione nei confronti di Giacchetto è aumentata a dismisura: mi ha psicologicamente annullato come persona e come uomo, tutte le mie azioni sono state e sono tuttora da lui completamente controllate”.

Vitale ha parlato anche di minacce. “Lo stato di sudditanza psicologica – ha proseguito – era dovuto anche a delle minacce che, in più occasioni, mi sono state formulate o in modo esplicito (mi ha detto ‘ti ammazzo’) o in modo tacito (ad esempio, mi prospettava il licenziamento o la mancata corresponsione dello stipendio)”.

Vitale ha spiegato anche di come “attraverso la sovrafatturazione di alcune fatture emesse dal Palermo Calcio per delle pubblicità, Giacchetto poteva ottenere degli abbonamenti per lo stadio. A ciò devono aggiungersi tutta una serie di operazioni finanziarie e immobiliari, del tutto concordate con il Giacchetto, finalizzate a trasferire in suo favore consistenti somme di denaro. Il più delle volte, le fatture emesse dalla società sono di comodo o perchè relative a prestazioni mai rese o perchè riportanti importi maggiorati rispetto al reale valore dei servizi resi”.

I soldi servivano, secondo Vitale, a finanziare anche le campagne elettorali di alcuni politici. “In un caso – ha spiegato – Giacchetto mi disse di sfruttare un ordine del Ciapi per pagare del materiale elettorale fornito dalla Tipografia Aiello. Era la la fornitura di dispense (circa 64.000 euro, se non erro) precisando che il numero di quelle da consegnare effettivamente doveva essere nettamente inferiore. In realtà il materiale effettivamente fornito era circa la metà e una parte del corrispettivo indicato in fattura era relativo alla stampa di materiale elettorale dei candidati: Scoma, Cascio, Vitrano, Cintola, Gentile e altri”.

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