PALERMO – Duplice omicidio coniugi incastrati dal Dna

Svolta nelle indagini sull’omicidio di Vincenzo Bontà e Giuseppe Vela, uccisi a Villagrazia di Palermo il 3 marzo scorso. L’esame del Dna conferma che a sparare è stato Carlo Gregoli, fermato due giorni dopo il delitto, insieme alla moglie Adele Velardo. L’uomo avrebbe premuto più volte il grilletto contro le vittime. Dalle analisi, effettuate dalla squadra mobile di Palermo diretta da Rodolfo Ruperti, è emerso che su un bossolo trovato a terra c’era il dna di Gregoli. Nel corso del lungo e minuzioso sopralluogo era stato refertato del materiale biologico trovato sul bossolo, spiegano gli investigatori. Quel materiale biologico è stato confrontato sia con un guanto trovato all’interno della macchina del killer che con il Dna di Gregoli ed è stata riscontrata una comparazione positiva. Le indagini sono coordinate dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dai pm Sergio Demontis e Claudio Camilleri. Tra gli esami effettuati dopo i fermi anche quelli finalizzati alla ricerca di tracce di polvere da sparo.

Gli esami del Dna, dunque, confermano la tesi degli investigatori, anche se resta poco chiaro il movente di un delitto efferato commesso in pieno giorno in strada. Dalle indagini infatti non è emerso con chiarezza cosa abbia spinto i due coniugi – c’è il sospetto che anche la donna abbia sparato – ad assassinare le vittime.

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