PALMA DI MONTECHIARO – L’agguato ad Epifanio Cammarata, padre e figlio ai domiciliari

La Cassazione conferma il quadro cautelare a carico dei palmesi Luigi e Giuseppe Bracco, padre e figlio di 59 e 31 anni, suocero e cognato di Epifanio Cammarata che avrebbero tentato di uccidere per vecchi contrasti familiari. I giudici ermellini hanno rigettato il ricorso dei difensori dei Bracco che chiedevano l’annullamento degli arresti domiciliari. Cammarata, fra agosto e settembre dell’anno scorso, è stato vittima di due agguati a colpi di pistola.  Gli agenti della Squadra Mobile e quelli del commissariato di Palma di Montechiaro hanno avviato le indagini subito dopo il primo attentato. Cammarata, ai primi di agosto, è stato vittima di un agguato sotto la sua abitazione: in quell’occasione l’uomo ha avuto la prontezza di rifugiarsi dentro il portone del condominio, rimanendo illeso.

Quasi due mesi dopo, però, il 30 settembre, il secondo agguato: Cammarata è ferito all’inguine e al braccio da alcuni colpi di pistola esplosi – forse da un revolver – mentre si trovava sulla sua Mercedes in contrada Cipolla, a Palma di Montechiaro, zona in cui il suocero della vittima ha la casa di campagna. La vittima dell’agguato non ha mai collaborato. Una collaborazione decisiva è invece arrivata da altri testimoni che hanno assistito agli agguati – o quantomeno alle fasi immediatamente precedenti o successive – raccontando dettagli che si sono rivelati molto importanti.

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