LICATA – Angelo Stracuzzi nuovo pentito di mafia[VIDEO]

C’è un nuovo pentito in provincia di Agrigento. Si tratta del licatese Angelo Stracuzzi, più volte arrestato per mafia. Stracuzzi ha deciso di collaborare con la giustizia dopo l’attentato che lo ha visto protagonista, quando sulla statale Licata – Riesi è stato raggiunto da diversi colpi di pistola contro la sua autovettura Mercedes. Solo per un puro caso, Stracuzzi non è stato ucciso, perché la vettura era blindata. Il licatese quindi temeva di essere ucciso ed è per questo che aveva in uso un’autovettura antiproiettile. Subito dopo il fatto è iniziata la trattativa con lo Stato e Stracuzzi ha deciso di saltare il fosso. Vuole raccontare tutto quello che sa della mafia licatese ed agrigentina. E determinanti sono state le sue dichiarazioni per giungere all’arresto di Pasquale Cardella e di altre 5 persone, nell’inchiesta Ouster – “Imposizione” condotta dalla polizia di Licata e dalla squadra mobile di Agrigento. Stracuzzi ha raccontato che l’organizzazione mafiosa locale era pronta anche a compiere una strage per far valere il proprio peso criminale in città. In manette, nell’operazione Ouster, oltre a Pasquale Cardella, 61 anni, sono finiti: Angelo Occhipinti, 58 anni; Giuseppe Galanti, 54 anni. Ai domiciliari, Giuseppe Cardella, 31 anni, figlio di Pasquale; Claudio Cardella, 37 anni, nipote; e Gianluca Vedda, 37 anni. Secondo l’accusa gli indagati imponevano mezzi e materiali alle imprese locali. Le stesse forniture, inoltre, sarebbero state superiori alle effettive esigenze. Il provvedimento è stato firmato dal gip del tribunale di Palermo, Riccardo Ricciardi su richiesta della Dda. Le indagini erano iniziate nel 2009. Alle indagini hanno lavorato alacremente gli uomini del commissariato di pubblica sicurezza di Licata, coordinati dall’ispettore capo Angelo Amoroso. Accertamenti minuziosi che hanno permesso di risalire alla rete di imprenditori edili e prestanomi che imponevano il pizzo alle imprese che a Licata vincevano ed eseguivano appalti pubblici. Una tangente del 2% imposta come prezziario a tutti. O in alternativa le imprese dovevano rifornirsi o richiedere servizi in subappalto a questi soggetti che soffocavano l’economia reale di Licata. In occasione del blitz, avvenuto il 13 dicembre scorso, i militari della Guardia di finanza avevano sequestrato due aziende di movimento terra e di commercializzazione di calcestruzzo. Si tratta della Nova Car, impresa edile, di proprietà per il 95 per cento di Pasquale Cardella, amministrata da un certo Bulone (che non è stato arrestato ma sulla cui posizione sono al vaglio della magistratura ulteriori accertamenti), che nel mese di ottobre scorso era stata ceduta a Gianluca Vedda. La seconda impresa sequestrata è la Gianluca Vedda, pure questa operante nel settore edile e movimento terra, di proprietà di Vedda, che secondo gli inquirenti era solo un prestanome di Cardella. C’è una terza impresa coinvolta, quella intestata a Giuseppe Galanti, ma per questa attività non sono scattati i sigilli.

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