LICATA – Prostituzione al “Paradise”: chieste 7 condanne

Il sostituto procuratore della Repubblica di Agrigento Emiliana Busto ha avanzato questa mattina, al termine della requisitoria, la richiesta di condanna nei confronti di sette persone coinvolte nell’inchiesta “Lenone 2” che ipotizza un’associazione a delinquere dedita allo sfruttamento della prostituzione nel locale “Paradise” di Licata. 

Il pubblico ministero ha chiesto le condanne di: Angelo Incorvaia (6 anni e 6 mesi di reclusione + 20 mila euro di multa); Angelo Schembri (6 anni di reclusione + 15 mila euro di multa); Cristina Radulescu (4 anni e 6 mesi di reclusione + 1300 euro di multa); Aruel Caruta (4 anni e 6 mesi + 1300 euro di multa); Carmelo Cani (4 anni e 4 mesi di reclusione + 1300 euro di multa); Sei anni e sei mesi, oltre il pagamento di 24 mila euro di multa, la richiesta anche per due rumeni attualmente latitanti: Marinica Lacramioara “Anna” Pachitei e Petre Alexandru Roman. Non doversi procedere, per intervenuta prescrizione, nei confronti di Nicoletta Schiau.

L’inchiesta, condotta dai carabinieri della Compagnia di Licata, avrebbe fatto luce su una organizzazione che reclutava donne dall’est europa che venivano sfruttate all’interno del locale Paradise – definito dal pm una vera e propria “vetrina” (o anche fuori) – dove avvenivano spettacoli erotici e lap-dance e che, a volte, potevano culminare con prestazioni sessuali seguendo un tarriffario: 200 euro per un rapporto completo al di fuori del locale mentre 500 euro all’interno. 

Secondo l’accusa sarebbe provata l’esistenza dell’organizzazione: seppur rudimentale si configurerebbero tutte le caratteristiche come la consapevolezza di appartenere ad un sodalizio gerarchico e con ruoli al suo interno ben definiti. Si torna in aula il 18 dicembre quando a parlare saranno le difese per le arringhe. 

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