ARS – Bilancio e Finanziaria, il sì arriva all’alba.

Approvata all’alba la manovra finanziaria, con 56 voti a favore, 12 contrari e un astenuto; subito dopo è arrivato il via libera al bilancio, 59 sì e 13 contrari. All’Assemblea regionale la lunga seduta parlamentare si è conclusa poco prima delle 7 di questa mattina, dopo momenti segnati da forti tensioni tra la Presidenza, il governatore Rosario Crocetta e tra singoli deputati.

Il clima s’è infiammato verso le 23 attorno agli emendamenti aggiuntivi (ne sono spuntati 200 in aula, più un maxiemendamento del governo) e alla cosiddetta tabella H, il lungo elenco di enti e associazioni, ognuna delle quali può vantare almeno un sponsor tra i deputati, che è arrivata agli uffici della Presidenza intorno alle 3. Tra accuse di natura politica e rilievi procedurali, i parlamentari hanno votato a ritmo incalzante decine di emendamenti aggiuntivi sulle materie più disparate. La tabella H, che nessuno voleva ma che per l’intera giornata di ieri circolava nei corridoi di Palazzo dei Normanni in diverse versioni, alla fine ha sazionato gli appetiti di quasi tutti i parlamentari: hanno votato contro solo i 5stelle e la lista Musumeci. Sono 137 gli enti e associazioni finanziate con i 25 milioni della ex tabella H.

IL METODO CROCETTA. Il “metodo Crocetta” in Sicilia mette d’accordo Pdl e 5stelle. E all’Assemblea regionale va di scena il ‘gattopardismo’, con una manovra finanziaria che, sì, taglia molto a cominciare dalle auto blu, introduce il canone per le cave allineando la Regione al resto d’Italia (emendamenti targati M5S), ma che salva contemporaneamente 30 mila precari (di enti locali e Regione) e 1.600 dirigenti regionali, che perdono il 20% del salario accessorio (8,2 mln di risparmio) e mantengono comunque alcuni privilegi, che il governo voleva abolire ma l’aula, in modo trasversale, ha stralciato dalla legge di stabilità.

Il Parlamento ha confermato, dal punto di vista politico, il metodo Crocetta, quello dei voti cercati in aula, provvedimento per provvedimento, in una perenne sintesi e in un clima di collaborazione tra i gruppi parlamentari. Il ruolo di superstar spetta senza dubbio al governatore. È lui che in aula, in piena notte, si scaglia contro Pd e Udc, la sua maggioranza, rimproverandola di avere “tradito” i patti per avere inserito nella finanziaria norme ‘pro-deputato’ costruite per appagare i bacini elettorali degli onorevoli: come nel caso dei 700 mila euro elargiti al Corpo dei vigili urbani di Messina, soldi che consentono l’assunzione di 32 caschi bianchi al comune, che si trova in pieno dissesto finanziario e con le elezioni comunali alle porte (si vota il 9 e 10 giugno).

SALVI GLI EX PIP
. È sempre Crocetta che, mentre l’aula vota gli emendamenti dei 5stelle e del Pdl in un contesto da “governissimo”, tira fuori dal cilindro la norma che salva 3 mila precari, cosiddetti ex Pip: gli stessi precari che per due giorni hanno assediato il Palazzo chiuso a turisti e presidiato dalla polizia in tenuta antisommossa, con un carabiniere costretto, tre giorni fa, a sparare colpi in aria per calmare la folla inferocita. Una norma, quella di Crocetta, votata all’unanimità dall’Assemblea, mentre in diretta i precari trasformavano la protesta in festa, inneggiando cori a favore di Crocetta per avere ottenuto un sussidio di 833 euro al mese (più assegni familiari) fino al 31 dicembre di quest’anno, poi si vedrà.

Nel tripudio “populista” c’è spazio per l’ovazione di quei deputati vicini a questo pezzo di mondo precario, fatto soprattutto da ex detenuti: in piazza si urlano i nomi di Fabrizio Ferrandelli (Pd), Totò Lentini (Udc), Vincenzo Figuccia (Pds-Mpa), Edy Tamajo (Drs). Alcuni di loro lasciano l’aula per raccogliere direttamente in strada gli abbracci dei manifestanti. Gli spari in aria sono ormai acqua passata, oggi è “festa”.

VIE LE AUTO BLU. Intanto l’aula approva una norma che taglia le auto blu in Sicilia e ne limita l’utilizzo facendo esultare il Movimento cinque stelle che aveva concordato l’emendamento col governo Crocetta. La norma vieta il possesso e l’utilizzo di auto di rappresentanza “alle società regionali, alle società partecipate dalla Regione siciliana a prevalente capitale pubblico, alle agenzie regionali, alle aziende regionali, alle aziende sanitarie e ospedaliere”.

Inoltre “le auto di servizio, esclusivamente in car sharing, non possono superare i 1.300 cc” ed entro 90 giorni società ed enti dovranno comunicare all’amministrazione regionale l’adozione del piano di dismissione delle auto di servizio. Alla Regione le auto di servizio potranno essere utilizzate solo dal presidente e dagli assessori regionali ed entro 90 giorni sarà adottato un piano di dismissione delle vetture di proprietà pubblica. I contratti di noleggio o assicurazione sulle auto considerate in esubero e in scadenza non potranno essere rinnovati.

SANITA’ E DIRIGENTI. L’aula ha approvato anche un emendamento del Pdl, apprezzato dal governo Crocetta, che riduce del 10% i compensi dei dirigenti del settore sanitario in Sicilia. La norma originaria prevedeva la riduzione del 10% solo per le indennità di risultato. Approvato inoltre un taglio del 20% del salario accessorio dei dirigenti della Regione siciliana, con un risparmio per le casse pubbliche di 8,2 milioni di euro.

SPOIL SYSTEM: RESTA LA CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA. L’Ars ha ‘salvato’ invece la clausola di salvaguardia che in presenza dello spoil system permette ai 1.600 dirigenti di mantenere incarichi equivalenti e le medesime indennità. L’emendamento del governo è stato stralciato dalla Presidenza dell’Ars dopo gli interventi in aula di diversi deputati della maggioranza e dell’opposizione che si sono espressi contro l’abolizione della clausola di salvaguardia. Santi Formica (lista Musumeci) in particolare ha paventato il rischio di impugnativa da parte del commissario dello Stato.

SI’ AL MICROCREDITO. Altro successo dei cinquestelle è l’approvazione dell’emendamento alla legge di stabilità che istituisce un fondo destinato a finanziare le microimprese. “Per noi – afferma il deputato Salvatore Siragusa – è un punto di partenza e non d’arrivo. Abbiamo in cantiere altri progetti che mirano a dare un calcio alla crisi e respiro alle aziende”. Il fondo avrà una dotazione di partenza di 1,5 milioni di euro per il 2013, cui va aggiunta la somma versata volontariamente ogni mese dai deputati 5 Stelle, che a fine anno dovrebbe ammontare a circa un milione di euro.

“La filosofia che ha ispirato la nostra Finanziaria – spiega il deputato Francesco Cappello – è stata animata da una doppia azione, che da un lato mirava a reperire le risorse (da qui gli emendamenti sulle cave, le acque  e sulle royalties petrolifere), e dall’altro a trovare gli strumenti per aiutare le imprese. Il microcredito è uno di questi. Speriamo che altre forze politiche trovino il modo di contribuire a farlo crescere, visto che fino ad oggi nessuno ha mandato il benchè minimo segno in tal senso”. La palla passa ora al governo, che dovrà emanare il decreto attuativo che consentirà alle imprese di usufruire dei prestiti. Gli importi finanziabili, comunque, non potranno superare i 20 mila euro.

SCONTRO ARDIZZONE-CROCETTA. Nervosismo in nottata. Dopo lo stop di quattro ore, è andato in scena un imprevisto e durissimo scontro tra il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone (Udc), e il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta. Ardizzone, aprendo i lavori, ha rivendicato l’esclusiva competenza della presidenza dell’Ars sulla valutazione e l’ammissibilità degli emendamenti aggiuntivi alla finanziaria che stavano per finire in un maxiemendamento del governo. “Non decidono i capigruppo e neppure il governo – ha ammonito – ma a decidere e’ questa Presidenza, che non ha presentato nessun articolo e nessun emendamento. Mi risulta che ci sia una trattativa sulla tabella H (i contributi a enti e associazioni), e mi risulta inoltre, e sono convinto che sia cosi’, che il presidente Crocetta non abbia partecipato a questa trattativa”.

A quel punto ha invitato il governatore a esprimersi. “Io intervengo nella qualità di parlamentare”, ha chiarito subito Crocetta. Immediatamente ripreso da Ardizzone: “Lei è il presidente della Regione”. Ma Crocetta ha insistito alzando il tono: “Io intervengo da parlamentare; e non è certo proibito dalla legge effettuare riunioni da parlamentare”. E Ardizzone di nuovo: “Le riunioni si possono fare ma non dalle 7 alle 11 e mezzo di sera, è da dieci anni che va avanti questo andazzo”. Ma a quel punto e’ successo l’imprevedibile. “Le trattative si possono fare da qui a domani mattina e all’infinito”, ha replicato Crocetta gridando in aula. Ardizzone, allora, gli ha tolto la parola e ha sospeso l’aula. Dopo pochi minuti, incontrando i cronisti nei corridoi del Palazzo, Crocetta ha affermato: “Qualcuno mi deve chiedere scusa, questo è un attacco politico, è evidente. I parlamentari sono liberi di riunirsi o no?”, ha insisito. Se la tabella H è presentata dai capigruppo perchè Ardizzone lo deve proibire? E’ uno scontro che ha voluto creare di concerto con Musumeci”, ha concluso.

POI LA PACE. Dopo il furioso scontro in aula, il governatore Rosario Crocetta, accompagnato dal deputato Michele Cimino, si è recato nella Torre Pisana, dove c’è il prestigioso ufficio del presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, per un chiarimento. L’incontro e’ durato pochi minuti. Ardizzone e Crocetta sono usciti insieme e si sono soffermati con i cronisti nella sala dei Paesaggi, un ambiente che precede l’ingresso a sala d’Ercole. “Siamo in perfetta sintonia”, ha detto subito Ardizzone. E Crocetta: “Si e’ trattato solo di un equivoco su una riunione cui non ho partecipato”. Di fronte all’insistenza dei cronisti, Crocetta ha abbracciato Ardizzone. “Vedete? E’ tutto ok”, ha aggiunto Crocetta, sorridendo. I due poi si sono diretti insieme a sala d’Ercole.

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