L’edizione 2014 del Giovaninfesta svoltasi a San Giovanni Gemini, come non mai, ricca di contenuti, di ospiti e di spunti di riflessione quanto mai attuali che hanno fatto da cornice ad una giornata soleggiante con la piazza gremita . Il primo maggio, i giovani della Diocesi di Agrigento, si sono incontrati a San Giovanni Gemini per celebrare il Giovaninfesta, giunto alla sua trentesima edizione.
Il tema del Giovaninfesta di quest’anno, “Don’t pass over!�?, sposa le indicazioni date dal nostro Vescovo nel Piano Pastorale Diocesano, ovvero riflettere sulla figura del Buon Samaritano.
Sotto la dimensione della responsabilità i giovani sono stati condotti a riflettere su un’ accoglienza che detta le leggi di una società più giusta, per tutti, nella consapevolezza che questo percorso prende il via dall’impegno quotidiano e concreto di ciascuno … come il Samaritano che sa fermarsi anche se ha fretta; che sa andare oltre i confini sicuri di ciò che conosce per fare esperienza di un amore senza limiti; “Don’t pass over!�?, un invito a percorrere le strade del mondo per costruire legami positivi e solidali con tutti, ma soprattutto con gli ultimi. Saper passare perciò dalla competizione alla dedizione all’altro, dall’esclusione al confronto, dalla contrapposizione al dialogo.
Tutta la comunità di San Giovanni Gemini e non si è fatta trovare pronta per l’evento. Quattro gli ospiti: Costantino Baratta, il pescatore che nel naufragio del 3 ottobre scorso riuscì a salvare 12 immigrati , accanto a lui un nigeriano convertito al cristianesimo e che opera nella comunità di Sant’Egidio, poi parola a Enrico Colajanni ed Elena Ferraro, di libero futuro. Presenti 4.000 giovani provenienti dall’intera provincia agrigentina. La piazza che ha ospitato la manifestazione “invasa” da delle grandi mani rosse, proprio a voler dire “stop”. Il programma , curato da don Luca Restivo, arciprete di San Giovanni Gemini insieme ai ragazzi dell’oratorio e dal direttore dell’ufficio per la pastorale giovanile , don Giuseppe Calandra, ha offerto diversi appuntamenti, tra momenti di intrattenimento, preghiera, riflessioni e incontro.
Particolarmente toccante al termine della testimonianza di Elena Ferraro, imprenditrice antiracket, il salto in alto di tutti i presenti sulla frase “ Chi non salta mafioso è” con Don Franco Montenegro
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