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PORTO EMPEDOCLE – Migranti, il Sindaco Ida Carmina dice no

Ida Carmina si sarebbe già messa in contatto con i commercianti del centro storico per organizzare una forma di protesta contro l'apertura di questa struttura d'accoglienza. Divampa la polemica con il Presidente del Consiglio che accusa il Sindaco di essere stata "perfettamente a conoscenza che i migranti sarebbero arrivati in città nel giro di pochi giorni"

Il clima è rovente, forse addirittura incandescente. Lunedì, «a sorpresa» – secondo le parole del sindaco di Porto Empedocle, Ida Carmina del M5S – sono arrivati 43 migranti minorenni, non accompagnati. E sono stati ospitati in un palazzo della via Roma.

Esattamente per come gli empedoclini temevano dall’inizio dello scorso maggio, è nato un nuovo centro d’accoglienza. Poche ore dopo averne avuto consapevolezza, Ida Carmina ha scritto su Facebook: «Chiedo il sostegno di tutti coloro che hanno a cuore le sorti di Porto Empedocle e vogliono lottare per il futuro proprio e dei propri figli. Intendo oppormi e porre in essere tutto ciò che sia possibile e necessario perché il territorio empedoclino e la sua cittadinanza abbiano il dovuto rispetto della dignità di popolo e dei suoi diritti di cittadinanza e perché sia considerata la prospettiva di sviluppo di Porto Empedocle, oltre che la sua capacità di accoglienza e la sua indole all’integrazione».

Ida Carmina si sarebbe già messa in contatto con i commercianti del centro storico per organizzare una forma di protesta contro l’apertura di questa struttura d’accoglienza.

Ma lo «scontro» si è ben presto fatto politico. «Il sindaco – ha scritto il presidente del consiglio comunale di Porto Empedocle, Marilù Caci – era perfettamente a conoscenza che i migranti sarebbero arrivati in città nel giro di pochi giorni, ma non ha fatto nulla, ma proprio nulla, per osteggiare preventivamente l’apertura della struttura in pieno centro».

Nell’immobile in via Genuardi, a ridosso della centrale via Roma, dove attualmente sono alloggiati 43 minori, è stato sradicato dalla parete il citofono. Inoltre, alcune automobili dei dipendenti in servizio nel centro d’accoglienza sarebbero state graffiate.

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