Il blitz è scattato nel quartiere di Maddalusa. I due indagati, difesi dall’avvocato Gianfranco Pilato, sono accusati di aver trasportato il carico di droga partendo da Marsiglia.
carcere
Ha incendiato il materasso della cella, poi si è scagliato contro il personale della polizia Penitenziaria aggredendolo con calci e pugni.
Gli agenti della polizia penitenziaria di Palermo lo hanno prelevato venerdì sera in tutta fretta per portarlo nel carcere di Enna.
La Procura della Repubblica di Caltanissetta ha disposto la citazione a giudizio di sette detenuti, tre dei quali agrigentini
Una condanna e un rinvio a giudizio nei confronti dei due imputati agrigentini coinvolti nella maxi inchiesta sull’utilizzo di telefoni cellulari da parte dei detenuti nel carcere di Bologna.
A processo con l’accusa di lesioni personali aggravate in concorso per aver picchiato un detenuto di nazionalità gambiana nella sala ricreativa del carcere “Pasquale Di Lorenzo” di Agrigento.
Un’azione pianificata, quasi sicuramente, da più giorni.
A cercare di introdurre lo stupefacente in carcere è stato un immigrato in attesa di avere un colloquio con un detenuto.
Oltre al tentativo di introdurre lo stupefacente all’interno del carcere, uno di loro è stato anche sanzionato per violazione del Codice della strada, per aver guidato senza patente.
La Procura di Agrigento ha disposto la citazione diretta a giudizio per sei detenuti della Casa circondariale di contrada “Petrusa”
Silvana Saguto resta in carcere, mentre per il marito Lorenzo Caramma è stato disposto il ricovero in un ospedale palermitano.
Ad Agrigento nel carcere “Pasquale Di Lorenzo”, in contrada Petrusa, si è scatenata un’animata protesta da parte di una cinquantina di detenuti che lamentano il malfunzionamento dei riscaldamenti.
Si tratta di due detenuti e due loro familiari. Il caos è scoppiato a seguito di un controllo antidroga effettuato dalle unità cinofile della Penitenziaria a carico di due soggetti in visita ai parenti reclusi.
Gli agenti della polizia penitenziaria sono intervenuti mentre il bulgaro stava ancora stringendo le mani attorno al collo della vittima. Nulla c’è stato da fare. La Procura ha aperto un’inchiesta.
Nei giorni scorsi l’ex professionista sarebbe venuta a sapere che la sorella di Matteo Messina Denaro era detenuta nel suo stesso carcere.
Una trentina, per la maggior parte italiani, le persone che hanno preso parte alla protesta.
La scoperta grazie al fiuto infallibile del cane “Ares” dell’unità cinofila di Palermo.
Dall’inizio dell’anno sono stati 35 i telefonini sequestrati fra interno ed esterno del carcere.
Il movente dell’aggressione sarebbe stasto legato alla scomoda parentela.
Gli agenti nel corso dell’attività di pattugliamento, hanno notato un veicolo nei pressi della casa circondariale, con alcuni sportelli aperti e tre donne a bordo.
È quanto successo ieri fino alle due di notte nel carcere Pietro Cerulli di Trapani come racconta Gioacchino Veneziano segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria Sicilia.