VILLAGGIO MOSE’ – Sparatoria con morto: 3 fermi

La Procura di Agrigento ha emesso un provvedimento di fermo nei confronti di tre persone coinvolte nella zuffa scoppiata nel piazzale della concessionaria di auto a Villaggio Mosè. Gli indagati sono il fratello della vittima e altri due palmesi che si trovavano in compagnia di Roberto Di Falco, il trentottenne deceduto ieri pomeriggio in seguito ad un colpo di pistola al torace. Il provvedimento è stato firmato dal procuratore capo Giovanni Di Leo. Ad eseguirlo sono stati i poliziotti della Squadra Mobile di Agrigento. I fermi sono stati disposti per pericolo di fuga e forse anche pericolo di reiterazione del reato.

I FERMATI-  Si tratta del fratello della vittima – Angelo Di Falco – e di altre due persone – Calogero Zarbo, 41 anni, e Domenico Avanzato, 40 anni – che si trovavano in compagnia di Roberto Di Falco, il trentottenne deceduto ieri pomeriggio in seguito ad un colpo di pistola all’addome. Il provvedimento è firmato dal procuratore capo Giovanni Di Leo. Ad eseguirlo gli agenti della Squadra mobile di Agrigento, guidati dal dirigente Vincenzo Perta e dal vice Andrea Palermo.

Gli indagati, difesi dall’avvocato Santo Lucia, compariranno lunedì davanti il Gip del Tribunale di Agrigento, per l’udienza di convalida del fermo. Tutti sono stati trasferiti nel carcere “Pasquale Di Lorenzo”. Un’auto venduta e pagata con assegni senza copertura sarebbe il movente che ha provocato la rissa sfociata nella sparatoria che ha causato la morte del trentottenne. Tutto è avvenuto nel piazzale della concessionaria all’altezza della chiesa di Santa Rosa, dove nel pomeriggio di ieri ad affrontare il titolare dell’attività commerciale si sono presentati in quattro: la vittima, il fratello ed altri due loro amici.

La discussione tra i contendenti è sfociata immediatamente in un parapiglia culminato con la pistolettata che ha ucciso Roberto Di Falco. Le versioni dei tre accompagnatori della vittima nel corso degli interrogatori condotti in Questura dal procuratore capo Giovanni Di Leo non hanno convinto gli inquirenti. La pistola che ha ucciso il palmese fra l’altro, non è stata ancora ritrovata. E non tutto è stato ripreso dai filmati degli impianti di videosorveglianza La Procura nel frattempo ha disposto l’autopsia sulla salma del trentottenne che sarà eseguita dal medico legale Alberto Alongi.

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