Gli imprenditori gelesi, attualmente imputati per concorso esterno in associazione mafiosa, sono stati ritenuti “soggetti di qualificata pericolosità sociale e contigui a esponenti della famiglia mafiosa dei Rinzivillo”.
beni confiscati
Lo afferma in una nota Libera, l’associazione fondata da don Luigi Ciotti, che presenta «RimanDATI»
Nuovo furto ai danni della cooperativa sociale «Lavoro e non solo» che a Canicattì come a Vallelunga Pratameno e Corleone gestisce beni confiscati alle famiglie mafiose locali.
Una gestione spregiudicata e “ballerina” dei beni confiscati alla mafia. E’ il quadro delineato dalla Procura di Caltanissetta che per Silvana Saguto e per altri 15 imputati ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio.
Al Comune di Licata saranno prossimamente trasferiti 25 beni confiscati alla mafia. Si tratta di terreni e fabbricati, che si aggiungono ai 12 già trasferiti.
Sigilli a due imprese con sedi legali a Porto Empedocle e Realmonte.
Una nuova richiesta di incontro con il Prefetto Nicola Diomede, è stata avanzata dalla Cgil agrigentina a seguito dell’iniziativa sindacale di Montevago riguardo i confiscati alla criminalità mafiosa e sul loro riutilizzo per creare lavoro produttivo.
L’Avvocato difensore Giulia Bongiorno:”Saguto non ha preso un euro”. La Giudcie:”Io vittima di accuse umilianti”.
Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Agrigento ha recentemente confiscato beni mobili ed immobili per un controvalore di 7.500.000 euro nei confronti della famiglia Di Gioia di Canicattì.
Accolto l’appello di Brandara, rilanciato poi anche dal segretario provinciale del Partito Democratico, Peppe Zambito.
I beni confiscati sono riconducibili direttamente e indirettamente a
Giuseppe Alferi, 51 anni, nato a Gela, attualmente detenuto presso la casa circondariale di Viterbo, al 41 bis.
Report di Maria Grazia Brandara a Commissione. Il Presidente del Consorzio per la legalità chiederà l’applicazione della normativa.